Ieri sera, nella seduta del consiglio nella quale doveva essre discussa l'approvazione del bilancio consuntivo del 2007, la sala consiliare era pressochè deserta.
Credo che questo sia un pessimo segnale non tanto per l'opposizione o per la maggioranza, ma per la democrazia in generale, poichè, evidentemente, una serie di ragioni inducono i cittadini a pensare che il consiglio comunale non sia più il luogo dove si decidono le sorti della collettivita', ma una inutile palestra per chiacchieroni.
Probabilmente le colpe di questa situazione sono da ricercarsi in una costante e progressiva opera di delegittimazione delle istituzioni posta in essere da tutti quelli che hanno avuto responsabilita' amministrative negli ultimi 20 anni.
Di seguito riporto lo stralcio del mio intervento, per chi avra' voglia di leggerlo:
RELAZIONE ALLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE SUL BILANCIO CONSUNTIVO 2007 DEL COMUNE DI PIANELLA
L’analisi della relazione dei revisori, dell’esecutivo e dei documenti allegati al consuntivo, confermano che questa maggioranza non solo non è in grado di invertire la tendenza deficitaria della gestione economica e patrimoniale dell’ente, ma persegue scelte gestionali ed operative del tutto inopportune, arrivando a porre in essere dei veri e propri azzardi contabili per poter presentare a questo consiglio un bilancio che non sia indice di immediata declaratoria di dissesto.
In primo luogo il grave ritardo con il quale il consuntivo viene presentato a questa assemblea (ben 4 mesi dopo il termine di legge) è sicuro indice della incapacità di gestire correttamente la finanza locale.
Dall’analasi dei documenti, il primo dato che balza all’evidenza e’ quello relativo alla verifica degli equilibri economici.
Secondo l’Osservatorio sulla finanza e la contabilità degli enti locali “La realizzazione dell’equilibrio economico è garanzia della capacità di perseguire le finalità istituzionali dell’ente. L’equilibrio economico a valere nel tempo e’ quindi un obiettivo essenziale il cui mancato perseguimento condizionala stessa funzionalità dell’ente locale. Pertanto, la tendenza al pareggio economico deve essere ritenuta un obiettivo di gestione per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente da sottoporre a costante controllo.”
Il risultato di competenza, negativo per 407 mila euro, sta proprio a significare che nel 2007 le spese impegnate sono state superiori alle entrate accertate.
Sotto tale profilo mi limito a riproporre le parole dei revisori: “il collegio constata, evidenzia e pone alla doverosa attenzione dell’ amministrazione, non solo che anche in questo rendiconto la gestione di competenza presenta un risultato negativo, ma soprattutto che il disavanzo e’ aumentato in modo significativo rispetto ai rendiconti passati.
La circostanza prova che sono stati disattesi quei richiami a un’azione amministrativa più efficace nel perseguire l’equilibrio finanziario di competenza che il collegio ha raccomandato già nei pareri e nei rendiconti degli anni precedenti. Qui si ribadisce ancora una volta , che una sana e corretta gestione finanziaria del bilancio dell’ente non può prescindere dal raggiungimento dell’equilibrio finanziario di competenza. In tale direzione di marcia “virtuosa” l’ente dovrà improntare la sua azione amministrativa futura, così invertendo, da subito ed in maniera decisa, dinamiche finanziarie contrarie che hanno caratterizzato passati rendiconti così come questo”.
La situazione, quindi, non solo è indicativa di una cronicizzazione della incapacità di invertire il trend negativo, ma addirittura segnala un aggravamento del deficit e la totale incapacità dell’ente di dare seguito alle raccomandazioni dei revisori.
Per evitare, come detto, il dissesto finanziario, il risultato di amministrazione viene orientato verso un avanzo di 85 mila euro che in realtà viene ottenuto modificando, in palese e grave violazione dei principi contabili, l’accertamento dei residui attivi e passivi.
Si rileva che sono stati stralciati residui passivi (debiti) di parte corrente per 543 mila euro (a fronte di un salo netto dei residui attivi eliminati di parte corrente di soli 103 mila euro).
Uno stralcio così consistente dei residui passivi della gestione corrente e’sicuramente sintomo di una contabilità finanziaria tenuta in maniera poco corretta, in quanto si afferma che i debiti che fino all’anno precedente erano riconosciuti tali oggi non lo sono più, ne’ e’ possibile sostenere ( al di là della verifica su efficacia e validità del titolo giuridico nel tempo) che viene meno il debito con il precedente gestore del servizio di riscossione, la Cerin, laddove il lavoro che non ha svolto la Cerin, se si iscrivono i crediti tributari pregressi tra i residui attivi, lo dovrà svolgere, con costi uguali o superiori un altro gestore.
Invece si è comunque proceduto ad iscrivere tra i residui attivi poste per crediti tributari palesemente inesigibili, come dimostra il dato storico.
In realtà, riteniamo che si abbia la perfetta consapevolezza che le entrate tributarie sono abnormemente sovrastimate in quanto, in applicazione dei principi di coerenza e prudenza contabile, non saranno mai incassati per intero.
In tal senso ancora i revisori: “il collegio rileva ed evidenzia scostamenti significativi tra le entrate previste e quelle accertate per i tributi ICI e TARSU…i dati sono eloquenti di una inesistente attività di recupero dell’evasione tributaria.”
A pag.30, ancora i revisori dicono:” l’organo di revisione rileva che lo scostamento fra determinazione e rideterminazione dei residui a distanza di un esercizio e’ di entità rilevante e tale da far perdere significatività ed attendibilità al risultato dell’esercizio precedente. La delibera di accertamento dei residui non fornisce adeguata motivazione sullo stralcio dei residui attivi per euro 345.476,84 e l cancellazione dei residui passivi per euro 768.278,11…il collegio per parte sua ribadisce che l’alto grado di formazione dei residui attivi e passivi impone all’ente la sollecita attivazione di procedure atte a ridurre nel breve termine ed in maniera consistente tale valore ed un suo monitoraggio sistematico”.
Ulteriore elemento di criticità e’ rappresentato dalla incapacità dell’ente di azzerare l’anticipazione di cassa presso il tesoriere che e’ rimasta in essere per ero 402 mila. Ulteriore indicatore della incapacità dell’ente di sostenere le uscite previste con le entrate effettive.
Inoltre tra le entrate viene iscritta la risorsa “344 proventi contravvenzionali” che balza dai 51 mila euro del 2006 ai 186 mila del 2007, un importo che non trova giustificazione alcuna e che, in ogni caso, non è un dato di realistica realizzazione.
Infatti, lo stesso collegio di revisione conclude (pag. 35) riconoscendo che il risultato “positivo” della gestione operativa è stato ottenuto solo grazie alla descritta e poco opportuna sopravvalutazione della gestione straordinaria che, pertanto, rende in qualche modo non realistico il dato.
Come anticipato in un intervento di un paio di consigli scorsi, non era difficile ipotizzare il costante incremento della percentuale di indebitamento per interessi passivi che, dal 7,80% del 2006, giunge al poco rassicurante dato del 12,05%, percentuale sulla quale a breve si abbatterà l’effetto deleterio dei derivati e l’ulteriore indebitamento per l’acquisto inutile dei terreni per la piscina virtuale.
Del resto, ma non poteva essere diversamente, i revisori richiamano la giunta al rispetto dei parametri di legge per la redazione della relazione al rendiconto, atteso che la stessa risulta priva di ogni motivazione plausibile in ordine al grave scostamento rilevato ed a i criteri utilizzati per l’accertamento dei residui.
Riguardo alle società partecipate, nonostante il mancato approfondimento dell’organo di revisione, occorre evidenziare come l’Arcobaleno S.r.l. chiuda il 2007 con euro 240.513 di ricavi, ma ben 200.000 euro sono crediti verso clienti.
Come è possibile non intervenire urgentemente nei confronti degli organi di gestione di una società che è in grado di incassare solo un quinto dei propri ricavi appare davvero misterioso, a meno che, come plausibile, il debitore di quei 200.000 euro a breve verrà individuato nel Comune di Pianella che non saprà come pagare.
In conclusione, quello che ci si prospetta è un consuntivo che presenta delle gravi criticità e che è stato redatto violando i principi di coerenza e prudenza nell’accertamento dei residui attivi e passivi, il che ne rende le risultanze finali in risultato di amministrazione del tutto inattendibili.
Stupisce come i revisori, che pure hanno evidenziato gravi anomalie, attestando altresì una preoccupante tendenza all’aggravamento di tutti parametri critici, senza che vi siano segnali di nessun tipo in ordine a politiche di rigore, si lascino andare ad un del tutto inaccettabile “parere positivo” che, evidentemente non ha alcuna logica coerenza con la gravità della situazione rilevata.
Sotto il profilo politico appare evidente la incapacità di questa amministrazione ad elaborare un serio progetto di risanamento della situazione finanziaria oramai compromessa.
Credo che chi ha a vario titolo responsabilità amministrative debba decidere se continuare a perseguire la scellerata politica di presentare ogni anno bilanci che dietro una facciata di cartapesta nascondono una situazione di grave dissesto che impedisce qualsiasi ipotesi di politiche di incentivo alle realtà produttive e preannuncia una crescente pressione fiscale per i cittadini, oppure prendere atto che se si continua così ci precludiamo ogni possibilità di guardare al futuro con un minimo di ottimismo.
Non possiamo sperare che la ripresa piova dal cielo, ma deve essere il frutto di un lavoro di seria progettualità su politiche di tagli razionali e di investimenti in settori innovativi come le energie alternative.
Abbiamo la volontà di lavorare per il bene del nostro territorio e riteniamo che questa collettività abbia in sé le risorse per fare uno scatto in avanti, ma occorre smettere di alimentare strumentali divisioni e coltivare miopi politiche clientelari.
Nel ratificare, spero per l’ultima volta, un bilancio frutto di grave ipocrisia politica, ricordiamoci che stiamo giocando in maniera pericolosa con qualcosa che non ci appartiene: il futuro dei nostri figli.