"Puoi scegliere di non occuparti di politica, ma prima o poi, che tu lo voglia o no, sarà la politica ad occuparsi di te"
26/10/08
La scuola: che succede?
Claudio, un ragazzo di 15 anni, ci invita ad aprire un dibattito sulla riforma della scuola.
Noi della scuola, quella materna, ce ne siamo occupati perchè rischiava di crollare in testa ai nostri bambini, ma forse, vista anche la presenza di diverse mamme che gravitano nel blog, non è inopportuno aprire un confronto locale su quello che avviene a livello nazionale.
I media ci consegnano un'Italia mobilitata contro una riforma della scuola che passa per tagli, maestro unico e classi differenziate per gli immigrati.
Premesso che per "riforma" io intendo un cambiamento radicale della visione della società e del futuro che, evidentemente, non è più il caso di affrontare con la scuola di oggi, ancora figlia della riforma di Giovanni Gentile del 1923, quello che viene fuori dalla lettura delle norme contenute nella Legge 133 e nel decreto 137 della Gelmini, appare ben poca cosa.
Per sgombrare il campo da equivoci, dico subito che la mia personale opinione vede nella riforma De Mauro - Berlinguer, mai attuata, l'unico vero e serio tentativo di RIFORMARE la scuola nel senso che ho descritto prima, fatta da gente (un rettore ed un docente di filosofia) competente ed appassionata, ma non supportata da una maggioranza politica in grado di condividerne i lodevoli obiettivi.
Quindi, commentiamo pure le norme della Gelmini, ma non parliamo di riforma.
Mi sono andato a leggere le norme ed ho trovato cose un pò diverse da quelle veicolate dai media,ma andiamo per gradi.
I tagli sono concentrati quasi esclusivamente sul personale ATA (tecnico-amministrativo) che, dal momento in cui i vecchi "bidelli" devono essere affiancati dalle imprese di pulizie perchè non rientra nelle loro competenze la pulizia dei locali, mi sembra una ovvia conseguenza.
Il maestro unico, a quanto pare, sembra più orientato alla possibilità di incrementare il "tempo-scuola" nelle aree dove questo non è attivo (spalmando i tre maestri su un orario più lungo) piuttosto che riducendo il numero di insegnati, tant'è vero che si parla anche di prevedere lo sforamento delle 24 ore per ciascun maestro.
Si prevede l'icremento di un punto nel rapporto alunni/maestro, ma in linea con la media europea.
A dire il vero, la lettura diretta mi ha fatto scoprire che ci sono degli incrementi importanti di risorse (5% dei fondi per le infrattustrutture) per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, che, soprattutto per quello che succede a Pianella, mi sembra un dato importante.
Delle c.d. classi differenziate per bambini immigrati non si parla espressamente, ma se ne intravede la possibilità, anche se la ritengo una stupidaggine a beneficio della propaganda leghista che non troverà per fortuna mai attuazione.
Che poi lo strumento del decreto legge sia assolutamente inopportuno per dei provvedimenti che devono senza dubbio avere il legittimo vaglio del dibattito parlamentare, mi senbra del tutto condivisibile.
Pertanto, ritengo che la protesta sia per gran parte frutto di scarsa conoscenza,ma non è mai un male quando i giovani si confrontano con la politica.
Spero davvero che gli studenti non si facciano strumentalizzare da mere rivendicazioni sindacali (gli insegnanti che non vogliono lavorare di pomeriggio o i bidelli che vogliono stare a scuola a fare non si sa cosa), ma elaborino un serio progetto di riforma complessiva della scuola pubblica (magari partendo da quelli che ho citato prima) che guardi al futuro.
Io vedo che ogni volta che, da destra o da sinistra (è successo anche per la De Mauro-Berlinguer), si vuole modificare veramente la scuola, gli insegnanti si metteno sulle barricate.
Mi viene da pensare che (nonostante uno stipendio oggettivamente basso) 24 ore settimanali e 3 mesi di vacanza all'anno siano privilegi diffcili ai quali rinunciare e, pertanto, consiglio a studenti e genitori di non prendere per oro colato certe "interessate" prese di posizione.
Ovviamente tra gli insegnanti c'è gente dalle qualità culturali ed umane impagabili e dal senso del dovere straordinario, ma questi, di solito, non stanno in piazza e non godono della stima dei sindacati.
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11 commenti:
Ringrazio l'avv.Marinelli per aver dato seguito alla mia richiesta. Nel suo post ho trovato la risposta che volevo e mi sento sollevato da un impegno che consapevolmente pensavo di non riuscire ad assolvere rispetto ai miei coetanei che invece sono andati a sfilare in questi giorni di manifestazioni sicuri delle loro richieste. A dire la verità non mi sento pronto a poter valutare l'operato di un ministero quando decide di apportare delle modifiche ad un sistema come quello scolastico e quindi l'andare a sfilare con gli insegnanti e con i bidelli mi faceva sentire sfruttato e l'avv. Marinelli evidenzia proprio questo. L'avvocato è entrato in alcuni particolari e le sue osservazioni le potrei fare mie pienamente. Questo la dice lunga sul condizionamento che un ragazzo della mia età può facilmente avere, ma che anche i più grandi studenti universitari, se non si documentano bene e si lasciano influenzare dalla politica, potrebbero subire.Se qualche visitatore del blog si contrapponesse all'avvocato, ma non come posizione politica dei manifestanti ,ma come esperto in materia,aprirebbe un dibattito che chiarirebbe un pò le idee non solo a noi semplici studenti, ma anche ai nostri genitori che ragionano in casa fra di loro anche animatamente. A casa mia, per esempio, con una sorellina che il prossimo anno farà la prima elementare,i miei si preoccupano perchè secondo chi manifesta non ci sarà più il tempo pieno ed allora, dovendo entrambi lavorare anche di pomeriggio, non sanno a chi lasciare mia sorella. Mentre invece l'avvocato dice che i tre maestri oggi presenti verranno sfruttati per ampliare il tempo scuola.Grazie di nuovo da Claudio
Caro Claudio,
non è però che se ti fai condizionare dall'Avv. Marinelli allora va bene (o anche da qualunque altro visitatore del blog) e da quelli che hai ascoltato finora o aderenti alla manifestazione, invece va male.
Il discrimine rimane sempre dato dalla autorevolezza delle fonti, al di là delle opinioni e delle visoni soggettive. Certo, Sandro ha portato dati più freddi e riflessioni ponderate non viziate da pregiudizi ideologici, ma anch'essi del tutto parziali.
Proprio grazie all’accesso alle diverse fonti, ognuno di noi potrebbe, con altrettanta onestà intellettuale, sostenere ragionevolmente una credibile tesi diametralmente opposta a quella di Sandro, soprattutto chiedendo (come più autorevolmente hanno fatto seri specialisti terzi) come sia possibile parlare di riforma e non di "indiscriminato taglio non selettivo" quando le "razionalizzazioni" che riguardano il settore superano gli 8 miliardi di euro.
O anche, come mai, il Ministro Gelmini non risponde (non alle opposizioni o agli studenti come pure sarebbe corretto) ma agli specialisti e ai commentatori che gli hanno chiesto con quali fondi e mezzi si possa garantire il tempo pieno (e addirittura aumentarlo), a fronte dello stesso enorme taglio, il cui dato aritmetico prevalente è azzardato far risalire alle sforbiciate al personale tecnico-amministrativo e alla diversa organizzazione nella pulizia di bagni e pavimenti.
E ancora, sempre rimanendo nell'ambito di fonti terze e autorevoli come l'Ocse, come rispondere allo smantellamento di un vero gioiello della didattica citato ad esempio nel mondo per ciò che concerne le nostre scuole elementari a favore di nostalgie da maestro unico, del grembiule e del 5 in condotta, anch'essi atti per lo più mediatici e privi di contenuti reali o innovatori spacciati come riforma?
E, purtroppo, bisogna rimarcare come la terribile mozione della Lega sulle classi differenziate per stranieri, sia passata a maggioranza non già alla bocciofila del paese ma alla Camera dei Deputati.
Credo ti convenga integrare il più possibile i dati e le informazioni che riceverai, anche se dovessero scaturire da un bel dibattito su questo blog. Un esempio sulla necessità di approfondimento te la linko cliccando il mio nickname.
Oltre alle riflessioni sul giudizio Ocse che citavo, ci troverai, per correttezza, anche l'intero testo del Decreto legge 137/2008 Istruzione e Università.
Rimanendo sul tema “Scuola” e allargando invece il discorso all’esercizio della democrazia in questo Paese credo rimanga utile, per farsi un’idea sulla qualità di certe prese di posizione, la dichiarazione del nostro Presidente del Consiglio (mi riferisco alla sua prima versione) sul ricorso alla polizia per domare la protesta e il dissenso in Italia. Rilasciata, peraltro, da un leader che ha già “gestito” il G8 di Genova e l’ordine pubblico con risultati e metodi sotto gli occhi di tutti.
Una dichiarazione talmente irresponsabile e inutile ai fini della risoluzione dei problemi della scuola italiana da necessitare una smentita già 24 ore dopo.
Ciao
Ho già detto che un ragazzo della mia età è facilmente condizionabile e se ascolta una sola versione potrebbe accoglierla come verità. Per questo ho chiesto di ascoltare anche chi non è sulle posizioni dell’avv.Marinelli e poter poi valutare in modo più obbiettivo le ragioni delle parti. Non mi sembra di aver dato ragione all’avvocato perché non ha partecipato alle manifestazioni, ma ho condiviso la strumentalizzazione che potrebbero farne, professori ed altri, degli studenti. Per cui ad Ideuskinki ripeto che non so ancora cosa vada bene e cosa male. Però in una manifestazione facciamo numero e per questo dico che siamo sfruttati come lo sono stati anche i più piccoli delle elementari come si è visto in immagini televisive. Io volevo iniziare col capire una delle cose più semplici e cioè se ci sarà il tempo pieno o no. Altra cosa: il maestro unico sarebbe così negativo per l’istruzione elementare? Ed ancora: il 5 in condotta risolverebbe i casi di bullismo? Il grembiule per tutti sarebbe educativo per la formazione dei bambini? Leggendo il rapporto OCSE al quale mi rimanda Ideuskinki mi colpiscono alcuni dati: in Italia ci sono molti insegnanti ma con stipendi bassi; nelle materie scientifiche gli studenti italiani hanno le pagelle con rendimento più basso; si laureano in Italia solo il 19% contro il 33% della media europea. Ho sentito in tv che vi sono in Italia 37 corsi universitari con un solo iscritto ed oltre 300 con una media di 15 iscritti. Ritornando alle elementari l’OCSE ci dice che la spesa per alunno in Italia è la più alta in Europa ed addirittura è il doppio rispetto alla Corea del Sud (a proposito hanno un solo maestro)dove gli studenti eccellono in tutte le aree disciplinari oggetto dell’indagine a differenza degli studenti italiani che come detto prima hanno il rendimento al di sotto della media dei paesi OCSE. Dalla lettura di questi dati debbo ritenere che non tutto quello che il nostro governo propone di cambiare nella scuola sia sbagliato se è vero che maggiori investimenti non danno preparazione maggiore. Naturalmente ci saranno interpretazioni diverse sui dati OCSE, una cosa è certa: bisogna cambiare e ridurre gli sprechi. Io penso che dietro alla Gelmini ci siano teste benpensanti e preparati con l’obbiettivo di risanare la scuola italiana, vediamo dove ci porteranno dopo aver visto dove ci hanno relegati tutti i precedenti governi degli ultimi 30 anni. Prima di lasciare voglio raccontare l’ultima esperienza scolastica di ieri mattina a riguardo della manifestazione indetta per oggi. Frequento il 3° liceo scientifico e ieri si parlava in classe dell’adesione allo sciopero, la verità è che solo in tre ci chiedevamo le motivazioni della manifestazione mentre gli altri vedevano solo l’opportunità di un giorno di spasso. La nostra insegnante di matematica si intromette invitando tutti a partecipare alla manifestazione perché la presenza in aula dei “soliti cinque o sei” avrebbe creato solo problemi logistici all’istituto senza aggiungere altro sulle motivazione dello sciopero. Ecco allora che, ritornando alle parole dell’Avvocato, mi sono sentito strumento di un’insegnante che addirittura dicendoci che tanto non avrebbe potuto andare avanti col programma, visto le assenze, avrebbe sottoposto tutti ad interrogazione. Questo forse vuol dire che la nostra insegnante non avrebbe aderito inizialmente allo sciopero timbrando la presenza e poi constatato l’assenza degli alunni avrebbe raggiunto il corteo? Se dovesse esserci la riduzione degli insegnanti spero solo che vengano individuati questi professori del **** ed affidata la scuola a chi sente l’insegnamento come missione da compiere per alzare il livello di cultura e di preparazione alla vita. Una curiosità, volevo chiedere ad IDEUSKINKI da dove viene questo nomignolo se è lecito saperlo, altrimenti un saluto a tutti da Claudio.
Penso di poter dare una risposta a Claudio riguardo il tempo pieno. Sono una mamma e mi collego spesso al sito Genitori.it il sito del Moige ( Movimento Italiano Genitori )dove è stato diramato il comunicato stampa che riporto di seguito :
SCUOLA, IL MOIGE: POSITIVO L’INCONTRO CON IL MINISTRO GELMINI, CON QUESTA RIFORMA SI CHIUDE LA LOTTERIA DEL TEMPO PIENO CHE SARÀ ESTESO, GRATUITAMENTE, AL 50% DELLE CLASSI
[28/10/2008]
Soddisfazione del Moige a conclusione dell’incontro avuto oggi con il Ministro Maria Stella Gelmini per discutere della nuova riforma e dell’attuale situazione scolastica
“L’incontro con il ministro Gelmini si è svolto in un clima sereno e si è concluso positivamente: la riforma rappresenta un punto di partenza ottimo per ricostruire tutto il comparto scuola e abbiamo ricevuto dal ministro delle rassicurazioni anche in merito alla questione del tempo pieno. Possiamo, infatti, affermare che con questa riforma finirà la lotteria e la lotta di migliaia di genitori per poter accedere al tempo pieno nella scuola”.
Commenta così Maria Rita Munizzi, Presidente Nazionale del Movimento Italiano Genitori, l’incontro avuto questa mattina con il ministro dell’istruzione.
“Il ministro”prosegue Maria Rita Munizzi, “ha rassicurato noi genitori su questo punto, poiché attraverso la riforma il tempo pieno sarà aumentato al 50%, consentendo così ad una classe su due di poterne usufruire”.
Sottoposte all’attenzione del ministro anche le questioni della governance e della libera scelta tra scuola statale e non statale, così da garantire un libero accesso alla scuola indipendentemente dal reddito.
Ciao Claudio ed un saluto a tutti da una mamma.
viva la scuola
E’ un peccato che riguardo al Moige e al ventilato incremento del 50% del tempo pieno, si debba stare alle promesse verbali della Gelmini.
Sarebbe stato logico e più tranquillizzante trovare nero su bianco (e coi numeri giusti) una cosa tanto importante. E i timori sono purtroppo più che fondati visto che già la promessa delle famose tre “i” della Moratti fatte a suo tempo, sempre al Moige, sono finite come sappiamo.
Infatti, i dati che seguono, non danno grande credito alle rassicurazioni ministeriali:
Il governo a proposito di tempo pieno parla di un aumento di 5.750 classi.
L’attuale numero di classi a tempo pieno è oggi uguale a 34.270.
Per avere un aumento del 50% sarebbe perciò necessario istituire ulteriori 17.135 classi di questo tipo.
Le promesse della Gelminini smentiscono, moltiplicandolo x 3, il dato effettivo enunciato nel suo decreto.
E’ da notare che nel piano programmatico non appare la dizione "tempo pieno" bensì la non meglio precisata voce già utilizzata dalla riforma Moratti, con articolazione “mobile” delle diverse parti dell'orario fino a 40 ore settimanali.
A questo proposito, è contraddittoria la possibilità data ai genitori di scegliere per il proprio figlio varie alternative di fasce orarie settimanali, da un minimo di 24 ad appunto un massimo di 40, partendo però dalla dichiarazione che lo stato garantirà solo il pagamento delle 24 ore (il resto è a carico di fatto della comunità locale, della provincia e della regione di appartenenza).
Fino a quando non ci sarà l’effettivo federalismo fiscale, questa scelta data ai genitori appare quanto meno virtuale. Inoltre risulterà alta la possibilità di sperequazione tra regione e regione.
Senza riscontri plausibili risulta pure la percentuale indicata per la spesa per il personale che, secondo il governo, ammonterebbe al 97%.
L’Ocse ci viene ancora una volta in aiuto riportando il dato a meno dell’81%. Solo se valutiamo come fa il governo la copertura di spesa ad esclusiva opera del Ministero dell’Istruzione si raggiunge un dato di incidenza tanto eclatante. Ma è una maniera di procedere al di fuori della realtà. Se infatti nel computo si includono, più correttamente, la partecipazione alle spese di altri soggetti istituzionali (dalle regioni ai comuni), l'incidenza dei costi del personale si abbassa fino all'80,7%.
Altro esempio di forzatura è quello che riguarda il numero di allievi per docente che, secondo il governo non va oltre i 9, mentre in realtà supera gli 11. La slide del governo pare confondere (ancora una volta a sostegno della propria tesi) due indicatori diversi: il rapporto docenti/alunni (quanti alunni per ogni docente) con il numero di docenti ogni 100 alunni.
Gelmini e Berlusconi reagiscono male a sentir parlare di “maestro unico”. Bisogna dire “maestro prevalente!!!”, sostengono in televisione. Ma è proprio il loro decreto legge a parlare chiaramente di "docente unico".
Probabilmente sapendo che non basta l’affiancamento dello “specialista” insegnante di religione a cambiare la sostanza delle cose.
Claudio vedo ha fatto buon uso del link. E’ importante ragionare intorno a qualche dato condivisibile e non parlare solo con la “ pancia”. Che un soprassalto di saggezza ci debba venire da un quindicenne è un dato ben augurante tutt’altro che trascurabile in un Paese così compromesso come il nostro.
Torniamo ai numeri:
Ripulite dalle “interpretazioni” televisive, le cifre urlate di una presunta spesa "fuori controllo" per l'istruzione italiana atte ad alzare polveroni e a giustificare misure draconiane anziché mirate razionalizzazioni, vanno riportate ai meri dati comparativi OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) su quanto gli Stati spendono effettivamente:
Rapporto spesa per l'istruzione sul PIL %
Italia 4,4
Francia 5,7
Portogallo 5,4
Norvegia 7,0
Polonia 5,5
Media OCSE 5,4
Con il taglio di 8 miliardi di Euro previsto dalla manovra finanziaria, la percentuale verrà ridotta al 3.9%, misura che ci colloca al penultimo posto nella graduatoria OCSE, quasi due punti dietro la Polonia (paese dell’est dagli indicatori politico-economici non proprio ai vertici europei, con cui ormai condividiamo pericolosamente troppi primati e tendenze, comprese singolari strategie anti Ue sulle politiche ambientali) .
Rapporto spesa per l'istruzione su spesa pubblica %
Italia 9,3
Spagna 11,1
Irlanda 14,0
Messico 23,4
Corea 15,3
Nuova Zelanda 19,4
Stati Uniti 13,7
Repubblica Slovacca 19,5
Media OCSE 13,2
In questo caso l’Italia è, purtroppo, già collocata all'ultimo posto nella graduatoria generale.
La cosa divertente, anche se la Gelmini non se ne è accorta, è che questi dati vengono proprio dal Ministero dell'Istruzione.
E’ davvero poco rassicurante un Ministro che arriva a contraddire i suoi dati per giustificare in ogni modo i pesanti tagli (non decisi nell’ambito delle sue competenze o valutati all’interno del Ministero dell’Istruzione) ma decisi a tavolino da Tremonti con l’accetta, ad agosto, in una finanziaria passata con la fiducia e approvata (tutta) in circa 9 minuti (senza che alla scuola venisse fatto nemmeno il minimo cenno).
Quanto alla razionalizzazione del personale, il Governo sostiene che non ci sarà alcun licenziamento ma pare giocare con le parole: infatti, trattandosi di 'precari' non si può parlare, tecnicamente, di “licenziamento”, ma quei ruoli verranno effettivamente soppressi (definitivamente) con i loro stipendi e i loro posti di lavoro. E chi pensa a questa come ad una saggia mossa per tagliare sprechi sappia che per coprire appena una parte di questi tagli, alcuni maestri verranno recuperati sottraendo ben 11.200 insegnanti al corpo docenti elementari specialisti di inglese.
L’aspetto inerente ai tagli del personale docente, perciò, è molto diverso da come l’ha liquidato Sandro.
Già con le Finanziarie 2007 e 2008 di Prodi e del suo ministro dell'economia, Padoa-Schioppa, sono stati disposti tagli complessivi per 47 mila posti, di cui 42 mila docenti: 14 mila sono già stati tagliati, 11 mila (10 mila docenti e mille Ata) sono stati eliminati da quest'anno scolastico, mentre nei prossimi due anni ne verranno eliminati in uguale misura 11 mila per anno.
Dal prossimo anno e per un triennio, la manovra finanziaria del governo Berlusconi e del ministro Tremonti AGGIUNGERA’ altri tagli per complessivi 109.841posti di cui 67.341 di docenti e 42.500 Ata così disposti:
46.272 se ne andranno dal 2009-10, (di cui 32.105 docenti),
29.727 posti dal 2010-11 (15.560 docenti)
e 33.843 (19.676 docenti) dal 2011-2012.
Facendo nostra la preoccupazione per coloro che saranno espulsi dalla pubblica Istruzione, correttezza vorrebbe poter conoscere con quale criterio sarà scelto il personale che rimarrà.
Anche in questo caso non si hanno risposte chiare, e né l’iter della legge né il relativo documento di attuazione lo spiegano.
Magari la Gelmini torna al Moige e lo comunica (sempre verbalmente) a loro ^__^
Non se ne abbia a male la mamma che tempestivamente ci ha riportato la notizia. Non è certo la sua credibilità a ballare, qui, manifestamente.
Ho fatto una fatica enorme per cercare di capire i dati Ocse ed arrivare ad una mia interpretazione. Ora Ideuskinki mi sottopone un’altra serie di dati che portano ad una sua conclusione critica nei confronti della “Gelmini”. Io avevo chiesto, sicuramente cose forse superficiali della proposta di governo, ma avrei voluto delle opinioni a riguardo. Provo comunque a dialogare anche su alcuni punti che Ideuskinki sottolinea. Sul primo dato dell’aumento delle classi col tempo pieno secondo cui non sarebbe del 50% ma di circa il 17%, dico che intanto aumentano e probabilmente la Gelmini si prefigge di arrivare al 50% in pochi anni. Sulla dizione “tempo pieno” o articolazione ”mobile” se si parla della stessa cosa non cambia nulla. La spesa del personale al 97% o all’81% comunque mi sembra alta se è che in altri paesi è più bassa. Sul numero di docenti per alunni anche 11 mi sembrano pochi comunque lo scopo è quello di adeguarsi alla media europea. Maestro unico o maestro prevalente, una volta individuata la figura chiamiamolo come ci pare. Sui numeri della spesa per l’istruzione credo siano dati che ereditiamo dai precedenti governi e non parlo solo dell’ultimo governo,ma come dicevo nel precedente mio intervento, degli ultimi 30 anni di governi. Riguardo al taglio del personale mi attengo a quanto ho ascoltato in tv da Berlusconi in persona che parlava solo di non rimpiazzare i pensionati per cui non ci sarà alcuna scelta da fare (magari si potesse fare una scelta ed eliminare professoresse come la mia) sugli insegnanti da mantenere. Assolutamente non voglio con tutto questo contrappormi alle tue osservazioni anche perché non sono in grado di poter giudicare una “riforma” scolastica e tantomeno le tue posizioni ho tentato un semplice contraddittorio per avvalorare quanto detto nel mio precedente intervento. La scuola italiana non va e bisogna tentare di modificarla in meglio e credo che sia l’obbiettivo di tutti i ministeri, se fino ad ora si è falliti proviamo con questi nuovi metodi anche se sembrano impopolari. Voglio fare una riflessione, ma non leggetela come un mio vanto è solo una constatazione di fatto. Nella mia classe siamo in 26 studenti, solo io ed una mia amica abbiamo cercato di capire cosa stava succedendo nella scuola e cosa vuole la Gelmini. Gli altri con molta superficialità, visto che avrebbero dovuto interessarsi del loro mondo, hanno manifestato solo per fare un giorno di festa e quei 4 o 5 che hanno cercato di motivare lo sciopero parlavano del voto in condotta, dei debiti e della futura università che sarebbe diventata poco accessibile per il numero chiuso. Sono stati solo lo strumento di qualcuno e vorrei che ciò non si permettesse. Come? Si è democraticamente delegati delle persone ad occuparsi della nostra società, noi dobbiamo pensare solo a studiare per poi un domani essere protagonisti di altri cambiamenti. Ringrazio, per il contributo, la mamma intervenuta. Veramente pensavo che un simile argomento avesse avuto la partecipazione di più studenti, almeno di uno che abbia partecipato alle sfilate con convinzione. Comunque la legge è passata, spero contribuisca a ridarci una scuola seria, dove il merito e l’educazione prevalgano. Prendo atto che Ideuskinki non vuole rivelarci l’origine del nome, lo ringrazio molto dell’apprezzamento che ha avuto di me, ma soprattutto per il contraddittorio che ha permesso a chi si limita alla sola lettura dei commenti di avere un’idea più chiara sulla riforma Gelmini. Un ciao da Claudio.
Claudio,
i dati sono neutri, al di là delle nostre opinioni che pur contano.
Come vedi, non per l’opposizione né per i manifestanti ma per l’Ocse, l’Italia risulta di gran lunga in coda, nel mondo, come spesa per la sua scuola. Si c’è la crisi: ma i denari escono per le “cordate”, si sono trovati per i decoder, continueranno ad inondare le inutili Province. Quindi c’era bisogno di razionalizzare e riorganizzare ma certamente non di tagliare.
L’esigenza di sforbiciare in un sol colpo oltre 8 mld nella scuola, motivata attraverso una spesa pubblicizzata come esagerata e fuori controllo si regge, oggettivamente, su argomenti infondati e avvalora la tesi dei più che vi vedono, più che una “Riforma”, una falcidia generalizzata di Tremonti per far quadrare i conti dello Stato (quelli si, col ministro in questione, tradizionalmente fuori controllo) all’indomani dell’abbuono Ici anche per i più abbienti (3mld) e del rifiuto dell’offerta Air France (2mld circa).
Ti invito poi, a dare la giusta rilevanza a ciò che viene approvato in parlamento perché è questo che inciderà sulla vita delle famiglie italiane, ed è di questo che stavamo discutendo, più che dei nostri vicendevoli auspici o dei comunicati stampa.
Quel tuo “… probabilmente la Gelmini si prefigge di arrivare al 50%” è una tua condivisibile speranza, una bella dichiarazione del Ministro, ma nel Decreto i numeri dicono effettivamente un’altra cosa.
Quel tuo “… riguardo al taglio del personale mi attengo a quanto ho ascoltato in tv da Berlusconi in persona” rimanda a belle dichiarazioni a cui il Premier ci ha abituato da tempo, ma nel Decreto c’è scritto altro ed è a quello che dovresti, più concretamente, attenerti.
Vedi, questo blog è parte di un’esperienza politica che nasce a Pianella per porre fine ad un governo delle cosa pubblica deleterio e clientelare. Il danno più grande alla nostra comunità gli è venuto (e gli viene) proprio dal divario abissale che è regolarmente passato tra le agevoli dichiarazioni liberali e progressiste rilasciate in pubblica piazza dal Sindaco e quello che poi è stato negli anni effettivamente deliberato in giunta o approvato in consiglio comunale.
Ma confondere il potere televisivo con quello legislativo è uno dei problemi più grandi ed esiziali per questo Paese che “gli adulti” non riescono ancora ad elaborare e figurati se se ne può fare una colpa giusto ad un ragazzo di quindici anni.
Invece, a farmi tanto pensare, è la tua difficoltà nel riconoscere la possibilità che nella classe ci possa essere almeno qualcuno, come te e la tua amica, che ha valutato il decreto e ha scelto legittimamente una posizione diametralmente opposta alla tua decidendo di manifestare, senza per questo dover necessariamente essere additato come strumento di qualcuno.
Leggi qua qualche proclama di noti "facinorosi":
“Studenti e professori «hanno seri motivi per protestare». Lo spiega la rivista "Famiglia cristiana". E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che «colpiscono il cuore pulsante di una nazione». Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: "Riforma della scuola"; più prosaicamente «contenimento della spesa», a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti.
«Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste , si abbozza una farsa di dialogo», scrive in un editoriale del prossimo numero in edicola il settimanale dei Paolini. «Il bene della scuola (ma anche del Paese) - prosegue il corsivo - richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità; l'ostinazione, infatti, è segno di debolezza. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia».
«Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?», si domanda "Famiglia cristiana". «Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria si approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica».
"Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e 'baronie' nonche' le 'allegre e disinvolte gestioni. Ma i tagli annunciati sono pesanti: all'universita' arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurra' del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verra' sostituito. Come dire: porte chiuse all'universita' per le nuove generazioni". Il Sole 24 Ore - 27 ottobre 2008
E ancora quello scioperato di Antonio Stella (è quello che ha scritto "La Casta):
“ Dilaga la rivolta nelle scuole? Tutti voti guadagnati. La battuta non è di Walter Veltroni, Antonio Di Pietro o Paolo Ferrero. La battuta è di Gianfranco Fini. E fu fatta in occasione dell'ultimo grande "incendio" scolastico prima dell'attuale. Quello scoppiato nel 2000 contro la svolta meritocratica tentata da Luigi Berlinguer. Disse proprio così, come ricorda una notizia Ansa, l'allora presidente di Alleanza Nazionale: «Dovrei ringraziare la Bindi e il suo collega Berlinguer, perché da medici e insegnanti verrà un consenso nuovo e fresco al Polo». E non si trattava di una strambata estemporanea. Il giorno in cui i professori ribelli erano calati a Roma «per dire no al concorso per gli aumenti di merito», il primo a portare la sua solidarietà ai manifestanti era stato lui, l'attuale presidente della Camera. Opinione solitaria? Per niente: l'onda dei contestatori, allora, fu cavalcata (fatta eccezione per la Lega, che non aveva ancora ricucito del tutto col Polo e preferì una posizione più defilata) da tutta la destra. Dall'inizio alla fine. Lascia quindi sbalorditi sentire oggi Mariastella Gelmini dire che «il disastro dell'istruzione in Italia è figlio delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la competitività », che «per decenni scuola e università sono state usate come distributori di posti di lavoro, di clientele e magari di illusioni » e che la sola sinistra ha la responsabilità d'avere seminato «l'illusione che lo Stato possa provvedere a dare posti fissi in modo indipendente dalla situazione economica e dal debito pubblico».
Il Corriere della Sera, Gian Antonio Stella - 28 ottobre 2008
Ti rispondo pure sul nomignolo, sennò mi ti impermalosisci "prendedo atto"!!!
Il nickname “Ideuskinki”, in omaggio alla leggerezza, non significa nulla. Almeno per me. Lo sentii la prima volta una decina d’anni fa (credo), riferito ad un film piuttosto bruttino, con Kate Winslet protagonista (si chiamava Ideus Kinki). L’ho scelto solo per come suona.
Un caro saluto
Buona giornata a tutti,
questa mattina per non creare problemi logistici al preside, sono rimasto a casa, anche perché il forte vento rovina la passeggiata lungo il corso a Pescara. Ero curioso di conoscere l’origine del nomignolo che IDEUSKINKI si è dato perché una mia ricerca sulla parola che più si avvicina e cioè “hideous-kinky”mi dava letteralmente la traduzione con “ripugnante-ricciuto” e lo immaginavo simpaticamente tale, invece è solo la bella Kate Winslet che lo ha portato su questo personaggio dal nome sonante in un suo film. Ringrazio Ideuskinki per la curiosità appagata non solo a me, ma credo anche agli altri frequentatori del blog. Mi spiace aver dato l’impressione di un arrogante e spero di non esserlo senza saperlo, ma assolutamente non volevo offendere i miei amici di classe, la realtà è purtroppo quella che ho riportata e se come dici tu il grembiulino ed il voto in condotta potrebbero anche andare bene, addirittura hanno sfilato per niente. Naturalmente mi riferisco alla realtà della mia classe senza voler generalizzare, ma se dovesse essere questa la realtà anche nelle altre classi, la percentuale di studenti che hanno sfilato con cognizione di causa sarebbe veramente molto bassa. Sicuramente quelli del 4° e del 5° liceo insieme agli universitari alzeranno la percentuale di studenti non strumentalizzati. Ritornando all’ Ocse ognuno poi da la priorità a risolvere il dato negativo che ritiene opportuno. Comunque io volevo solo capirne un po’ di più della riforma Gelmini e mai avrei pensato di avventurarmi in una discussione di bilancio economico dove non ancora sono in grado di esprimere pareri. Posso in generale dire che in una famiglia dove la situazione economica diventa insostenibile è necessario ridurre la spesa. Anch’io a casa sono stato richiamato a fare attenzione al consumo: oltre al ricercare un abbigliamento non di marca, al ridurre il consumo col telefonino, allo sfruttare più Sky che non il noleggio di DVD mi stanno abituando al risparmio energetico con lo spegnere il tasto degli hi-fi, non lasciare la luce accesa, attenzione allo spreco di acqua nel fare la doccia nel lavare i denti e tanti altri accorgimenti. Certo se alla richiesta di aggiustare il pc o di acquistarne uno nuovo perchè rotto o se per l’acquisto di un libro mio padre dovesse richiamarmi al risparmio e lui tranquillamente continuasse a spendere per i suoi hobby o per la sua auto o per la sua moto mi farebbe incavolare da matti. Questo per dire che se il governo ci richiama così drasticamente al risparmio dall’operare tagli solo alla scuola e loro continuare a mantenere i privilegi di auto blù, scorte e stipendi alti, i cittadini hanno di gran lunga ragione quando sparano sulla cosiddetta Casta. Sulle promesse o sulla parola dei politici che vogliamo dire, sono tutti uguali da sempre non è solo Berlusconi ad illuderci è forse il più sfrontato. Ma prima di abbattere delle nuove proposte aspetterei di vedere il risultato negli anni, se è vero che ci siamo accorti della necessità di cambiare dopo 50 anni, aspettare un lustro per una riforma non è poi lontano. Buon vento a tutti, alle donne dico di stare attente alle gonne, agli uomini di non perdere il cappello ed il riporto, da Claudio.
Credo opportuno, a beneficio della discussione, proporre questo simpatico "dossier".
Per quanto mi riguarda, ho smesso da tempo di dare ascolto ai comunicati dei partiti ed ho preso la pessima abitudine, oggi sempre più alla portata di tutti grazie al web, di andare alle "fonti", quelle vere che, nel nostro caso non potevano che essre i testi della legge e del decreto. Il resto, per gran parte, è propaganda politica, come spiega il documento.
http://www.tuttoscuola.com/speciali/dossier_verita.pdf
Ringrazio l’avvocato Marinelli per l’indicazione che ci ha voluto dare di andare alla fonte per avere un’idea precisa sulla Riforma Gelmini. Assicuro che io l’ho fatto, ma da solo non riuscivo ad interpretare nel giusto verso alcune modifiche o perlomeno non riuscivo a cogliere appieno la necessità di alcuni cambiamenti. Il tutto reso ancora più difficile dai politici che se li metti a confronto, come avviene nel salotti televisivi, si sbugiardano a vicenda con molta tranquillità. L’aver scambiato con Ideuskinki pareri a riguardo è stato molto utile a far capire che molto spesso ci lasciamo influenzare dai comunicati politici ( come dice Marinelli) prendendo per buona quella in cui ci riconosciamo vicini ideologicamente. Dallo scambio di idee sull’argomento sono venuti fuori diverse indicazioni sul come leggere meglio quanto stava accadendo: sia Ideuskinki che Marinelli mi hanno indirizzato su siti web che io non conoscevo, dove ho trovato altri spunti di riflessione. La conclusione alla quale sono arrivato è che per fare una riforma importante come quella sulla scuola necessita della collaborazione di esperti che si siedono attorno ad un tavolo e da posizioni diverse dialogando e rifacendosi anche alle esperienze passate o alle realtà mondiali affrontino il problema scuola dal punto di vista didattico. Naturalmente bisogna fare i conti con i costi e diventa tutto più difficile. Per quanto è accaduto in questi giorni sono ancora più convinto della strumentalizzazione che si è fatta degli studenti e non solo di noi più giovani ma anche degli universitari che sono stati portati in piazza senza motivo o perlomeno dovevano farlo prima della 133 che è passata senza manifestazioni. Se il problema è solo sindacale lasciassero stare gli studenti ed andassero a sfilare i professori, i rettori ed i bidelli che temono di doversi impegnare un po’ di più nel loro lavoro. Purtroppo il problema esubero doveva arrivare se è vero che prima ci si è imboscati nei corridoi dei vari enti con molta facilità. Guardiamo il nostro paese dove ho letto che il personale comunale basterebbe per un comune di 30.000 abitanti . Ma ora mi sto avventurando in altri discorsi. Un saluto da Claudio.
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