31/10/08

Tempo di bilanci...


Ieri sera, nella seduta del consiglio nella quale doveva essre discussa l'approvazione del bilancio consuntivo del 2007, la sala consiliare era pressochè deserta.
Credo che questo sia un pessimo segnale non tanto per l'opposizione o per la maggioranza, ma per la democrazia in generale, poichè, evidentemente, una serie di ragioni inducono i cittadini a pensare che il consiglio comunale non sia più il luogo dove si decidono le sorti della collettivita', ma una inutile palestra per chiacchieroni.
Probabilmente le colpe di questa situazione sono da ricercarsi in una costante e progressiva opera di delegittimazione delle istituzioni posta in essere da tutti quelli che hanno avuto responsabilita' amministrative negli ultimi 20 anni.
Di seguito riporto lo stralcio del mio intervento, per chi avra' voglia di leggerlo:

RELAZIONE ALLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE SUL BILANCIO CONSUNTIVO 2007 DEL COMUNE DI PIANELLA

L’analisi della relazione dei revisori, dell’esecutivo e dei documenti allegati al consuntivo, confermano che questa maggioranza non solo non è in grado di invertire la tendenza deficitaria della gestione economica e patrimoniale dell’ente, ma persegue scelte gestionali ed operative del tutto inopportune, arrivando a porre in essere dei veri e propri azzardi contabili per poter presentare a questo consiglio un bilancio che non sia indice di immediata declaratoria di dissesto.
In primo luogo il grave ritardo con il quale il consuntivo viene presentato a questa assemblea (ben 4 mesi dopo il termine di legge) è sicuro indice della incapacità di gestire correttamente la finanza locale.
Dall’analasi dei documenti, il primo dato che balza all’evidenza e’ quello relativo alla verifica degli equilibri economici.
Secondo l’Osservatorio sulla finanza e la contabilità degli enti locali “La realizzazione dell’equilibrio economico è garanzia della capacità di perseguire le finalità istituzionali dell’ente. L’equilibrio economico a valere nel tempo e’ quindi un obiettivo essenziale il cui mancato perseguimento condizionala stessa funzionalità dell’ente locale. Pertanto, la tendenza al pareggio economico deve essere ritenuta un obiettivo di gestione per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente da sottoporre a costante controllo.”
Il risultato di competenza, negativo per 407 mila euro, sta proprio a significare che nel 2007 le spese impegnate sono state superiori alle entrate accertate.
Sotto tale profilo mi limito a riproporre le parole dei revisori: “il collegio constata, evidenzia e pone alla doverosa attenzione dell’ amministrazione, non solo che anche in questo rendiconto la gestione di competenza presenta un risultato negativo, ma soprattutto che il disavanzo e’ aumentato in modo significativo rispetto ai rendiconti passati.
La circostanza prova che sono stati disattesi quei richiami a un’azione amministrativa più efficace nel perseguire l’equilibrio finanziario di competenza che il collegio ha raccomandato già nei pareri e nei rendiconti degli anni precedenti. Qui si ribadisce ancora una volta , che una sana e corretta gestione finanziaria del bilancio dell’ente non può prescindere dal raggiungimento dell’equilibrio finanziario di competenza. In tale direzione di marcia “virtuosa” l’ente dovrà improntare la sua azione amministrativa futura, così invertendo, da subito ed in maniera decisa, dinamiche finanziarie contrarie che hanno caratterizzato passati rendiconti così come questo”.
La situazione, quindi, non solo è indicativa di una cronicizzazione della incapacità di invertire il trend negativo, ma addirittura segnala un aggravamento del deficit e la totale incapacità dell’ente di dare seguito alle raccomandazioni dei revisori.
Per evitare, come detto, il dissesto finanziario, il risultato di amministrazione viene orientato verso un avanzo di 85 mila euro che in realtà viene ottenuto modificando, in palese e grave violazione dei principi contabili, l’accertamento dei residui attivi e passivi.
Si rileva che sono stati stralciati residui passivi (debiti) di parte corrente per 543 mila euro (a fronte di un salo netto dei residui attivi eliminati di parte corrente di soli 103 mila euro).
Uno stralcio così consistente dei residui passivi della gestione corrente e’sicuramente sintomo di una contabilità finanziaria tenuta in maniera poco corretta, in quanto si afferma che i debiti che fino all’anno precedente erano riconosciuti tali oggi non lo sono più, ne’ e’ possibile sostenere ( al di là della verifica su efficacia e validità del titolo giuridico nel tempo) che viene meno il debito con il precedente gestore del servizio di riscossione, la Cerin, laddove il lavoro che non ha svolto la Cerin, se si iscrivono i crediti tributari pregressi tra i residui attivi, lo dovrà svolgere, con costi uguali o superiori un altro gestore.
Invece si è comunque proceduto ad iscrivere tra i residui attivi poste per crediti tributari palesemente inesigibili, come dimostra il dato storico.
In realtà, riteniamo che si abbia la perfetta consapevolezza che le entrate tributarie sono abnormemente sovrastimate in quanto, in applicazione dei principi di coerenza e prudenza contabile, non saranno mai incassati per intero.
In tal senso ancora i revisori: “il collegio rileva ed evidenzia scostamenti significativi tra le entrate previste e quelle accertate per i tributi ICI e TARSU…i dati sono eloquenti di una inesistente attività di recupero dell’evasione tributaria.”
A pag.30, ancora i revisori dicono:” l’organo di revisione rileva che lo scostamento fra determinazione e rideterminazione dei residui a distanza di un esercizio e’ di entità rilevante e tale da far perdere significatività ed attendibilità al risultato dell’esercizio precedente. La delibera di accertamento dei residui non fornisce adeguata motivazione sullo stralcio dei residui attivi per euro 345.476,84 e l cancellazione dei residui passivi per euro 768.278,11…il collegio per parte sua ribadisce che l’alto grado di formazione dei residui attivi e passivi impone all’ente la sollecita attivazione di procedure atte a ridurre nel breve termine ed in maniera consistente tale valore ed un suo monitoraggio sistematico”.
Ulteriore elemento di criticità e’ rappresentato dalla incapacità dell’ente di azzerare l’anticipazione di cassa presso il tesoriere che e’ rimasta in essere per ero 402 mila. Ulteriore indicatore della incapacità dell’ente di sostenere le uscite previste con le entrate effettive.
Inoltre tra le entrate viene iscritta la risorsa “344 proventi contravvenzionali” che balza dai 51 mila euro del 2006 ai 186 mila del 2007, un importo che non trova giustificazione alcuna e che, in ogni caso, non è un dato di realistica realizzazione.
Infatti, lo stesso collegio di revisione conclude (pag. 35) riconoscendo che il risultato “positivo” della gestione operativa è stato ottenuto solo grazie alla descritta e poco opportuna sopravvalutazione della gestione straordinaria che, pertanto, rende in qualche modo non realistico il dato.
Come anticipato in un intervento di un paio di consigli scorsi, non era difficile ipotizzare il costante incremento della percentuale di indebitamento per interessi passivi che, dal 7,80% del 2006, giunge al poco rassicurante dato del 12,05%, percentuale sulla quale a breve si abbatterà l’effetto deleterio dei derivati e l’ulteriore indebitamento per l’acquisto inutile dei terreni per la piscina virtuale.
Del resto, ma non poteva essere diversamente, i revisori richiamano la giunta al rispetto dei parametri di legge per la redazione della relazione al rendiconto, atteso che la stessa risulta priva di ogni motivazione plausibile in ordine al grave scostamento rilevato ed a i criteri utilizzati per l’accertamento dei residui.
Riguardo alle società partecipate, nonostante il mancato approfondimento dell’organo di revisione, occorre evidenziare come l’Arcobaleno S.r.l. chiuda il 2007 con euro 240.513 di ricavi, ma ben 200.000 euro sono crediti verso clienti.
Come è possibile non intervenire urgentemente nei confronti degli organi di gestione di una società che è in grado di incassare solo un quinto dei propri ricavi appare davvero misterioso, a meno che, come plausibile, il debitore di quei 200.000 euro a breve verrà individuato nel Comune di Pianella che non saprà come pagare.
In conclusione, quello che ci si prospetta è un consuntivo che presenta delle gravi criticità e che è stato redatto violando i principi di coerenza e prudenza nell’accertamento dei residui attivi e passivi, il che ne rende le risultanze finali in risultato di amministrazione del tutto inattendibili.
Stupisce come i revisori, che pure hanno evidenziato gravi anomalie, attestando altresì una preoccupante tendenza all’aggravamento di tutti parametri critici, senza che vi siano segnali di nessun tipo in ordine a politiche di rigore, si lascino andare ad un del tutto inaccettabile “parere positivo” che, evidentemente non ha alcuna logica coerenza con la gravità della situazione rilevata.
Sotto il profilo politico appare evidente la incapacità di questa amministrazione ad elaborare un serio progetto di risanamento della situazione finanziaria oramai compromessa.
Credo che chi ha a vario titolo responsabilità amministrative debba decidere se continuare a perseguire la scellerata politica di presentare ogni anno bilanci che dietro una facciata di cartapesta nascondono una situazione di grave dissesto che impedisce qualsiasi ipotesi di politiche di incentivo alle realtà produttive e preannuncia una crescente pressione fiscale per i cittadini, oppure prendere atto che se si continua così ci precludiamo ogni possibilità di guardare al futuro con un minimo di ottimismo.
Non possiamo sperare che la ripresa piova dal cielo, ma deve essere il frutto di un lavoro di seria progettualità su politiche di tagli razionali e di investimenti in settori innovativi come le energie alternative.
Abbiamo la volontà di lavorare per il bene del nostro territorio e riteniamo che questa collettività abbia in sé le risorse per fare uno scatto in avanti, ma occorre smettere di alimentare strumentali divisioni e coltivare miopi politiche clientelari.
Nel ratificare, spero per l’ultima volta, un bilancio frutto di grave ipocrisia politica, ricordiamoci che stiamo giocando in maniera pericolosa con qualcosa che non ci appartiene: il futuro dei nostri figli.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi dispiace ma state criticando un bilancio sanissimo,modello per ogni amministrazione o forse per ogni azienda.Affermo questo perchè la verità è che,mostrando per l'ennesima volta una onestà invidiabile,i nostri amati amministratori hanno omesso una voce fondamentale.Ebbene si,non è stato iscritto in bilancio un credito che risale all'amministrazione Presutti di circa 1 milione di lire...prendete esempio!Altro che residui passivi e prudenza questa è onestà all'ennesima potenza!!!Rocco

Anonimo ha detto...

Sandro, le “traversate nel deserto” si chiamano così non a caso.

E' umanamente comprensibile auspicarlo e persino logico, ma aspettarsi anche solo piccole folle dietro la propria azione, bisogna imparare a considerarla una ingenuità.
I più corrono in soccorso del vincitore, persino se questo “vincere” è stato stavolta solo di misura e continua a mangiarsi ogni giorno di più un pezzo di paese e di futuro dei pianellesi e delle loro famiglie.

Riguardo il bilancio del comune, non ti scandalizzi l’assenza di scandalo davanti ad un tale abisso, che i cittadini pagheranno per 50 anni ancora di pesanti balzelli e con la negazione di ogni investimento presente e futuro.
Tuttavia, illustri esempi nazionali ci insegnano “nervi saldi” e il comportamento da tenersi, dimostrando che ogni enormità è ormai possibile, con i cittadini messi in condizione o pronti a subire ogni nefandezza:
si chiude il comune di Pianella in una “Bad” (cattiva) Company, con tutti i debiti a carico dei pianellesi. Ripulita di ogni passività, il nostro Giorgio prende e trova una cordata che se la riprende gratis. E via andare.
Poi intervisti i cittadini e vedrai che 6 su 10, pur non avendoci capito un tubo, ti diranno che in Tv (in questo caso, essendo cosa locale, lo avranno letto sul Centro che in quanto a “disinformatia” non scherza) hanno sentito che era l’unica cosa da farsi, che meno male che D’Ambrosio si è preoccupato di risolvere la questione, che non bisogna fare i disfattisti, e che non c’erano alternative.

Paradossi a parte, la storia patria dice che generalmente noi italiani siamo più propensi ad aspettare le varie e interessate “Cai”, che a voler capire meglio, ad assumerci le nostre responsabilità o ad addebitarle alle pessime classi dirigenti che abbiamo votato.

So che non è per niente facile, che le resistenze sono tante e i contributi fattivi più che rarefatti, ma spero davvero tu riesca ad attivare un network sovra comunale di contrasto a tale pluriennale e paludosa melassa, che riesca a pesare concretamente e ad assestare duri colpi all’annoso clientelismo e allo stile di governo stratificatosi a Pianella.

Chi si frappone all’unica mai tentata e seria via percorribile, senza peraltro contrapporre alcun esempio alternativo valido, se non qualche nostalgia da convivio di sezione o i soliti numeri di elezione nazionale che si infrangono sistematicamente davanti al “che te serve” locale (costumanza non già degli elettori del partito del Sindaco che sappiamo ma, ogni giorno, dei fieri, duri e puri cittadini elettori di Berlusconi e Fini), compie una scelta incomprensibile e autolesionista.

Io credo che quanto messo in piedi, i risultati finora ottenuti, le speranze riposte da tanti pianellesi vadano onorate e fatte lievitare.

Come ogni persona responsabile però, saprai pure che queste cose nessuno può obbligarti a farle incondizionatamente, senza i dovuti minimi supporti, con la giusta e proporzionale condivisione delle responsabilità, degli impegni e delle risorse. Io non credo siamo ancora a questo punto e nutro speranze, ma a insistere pure se ci si dovesse ritrovare privi di questa basale rete di supporto, persino la migliore delle buone volontà rischia di diventare velleitaria.

Con profonda tristezza constato che nubi nere continuano ad addensarsi sulle speranze della nostra comunità, man mano che ci avviciniamo alle prossime tornate elettorali. Persino i partiti che sono fino ad ora restati fuori sia dalle nefandezze dell’ultima Regione, che della penultima, e che hanno posto concreti e condivisibili paletti sull’imprescindibile esigenza di rinnovamento della classe dirigente, mancano clamorosamente la selezione delle risorse umane a livello locale nelle cui maglie filtrano e si accreditano personalità troppo note per la manifesta insussistenza del profilo. Tremano le vene dei polsi al solo sentire, sulla scia di una prevista impennata dei consensi dovuta al buon operato dei leaders nazionali, la repentina autoimbucata di alcuni dei prossimi candidati locali dell’IdV alle regionali e vicine provinciali, e non solo per il loro noto vagare in tutto l’arco costitituzionale, la vacuità dell’azione autoreferenziale o la personale inaffidabilità ma anche, e soprattutto, per la tradizionale nullafacenza politica incline al mero “opportunismo da appuntamento elettorale” di cui hanno dato già sterile prova. Se non fosse una cosa tremendamente seria si potrebbe ironizzare come ha fatto l’amico che, costernato, mi ha chiesto lumi sulla notizia rammaricandosi che, alla fine, persino un certo “esibizionismo”, paga ^__°.

Sbrigati a stringere alleanze extra-pianellesi “contaminandole” con quanto di positivo sei riuscito ad aggregare. Come vedi gli altri, furbescamente, le esperienze over-comunali le cercano direttamente senza chiedere nulla a nessuno e per mero affare personale, come per una sveltina e senza nemmeno passare per un minimo di lavoro sul territorio del proprio comune. E’ la politica intesa come il Gioco dell’Oca:“senza nemmeno passare dal via”. Le opportunità per Pianella di affidare a persone credibili e capaci le proprie sorti di rinascita, così si riducono al lumicino ogni giorno di più.

Mentre scrivo, alcune lanci di agenzie rafforzano queste ambasce. Non certo per appartenenza, io spero il Pdl possa, a dispetto delle notizie che si diffondono in queste ore, rientrare con le proprie liste "maldestramente" presentate nella competizione regionale al fine di evitarne una drammatica sconfitta a tavolino.

Me lo auguro per scongiurare in generale il grave squilibrio che si creerebbe a scapito della democrazia e dei suoi fisiologici contrappesi , ma pure per evitare che gli incredibili personaggi sopradescritti vengano premiati nel loro cinico opportunismo con uno scranno a L'Aquila, senza nemmeno aver sudato un minuto di sincera battaglia politica nè nella loro vita nè in questa competizione.

Sandro Marinelli ha detto...

Rassicuro Ideuskinki su tutto il fronte.
Non e' un problema per me se al consiglio comunale i cittadini sono piu' o meno presenti, io mi preoccupo del fatto che le Istituzioni, dal Consiglio comunale al Parlamento, siano sempre meno luoghi decisonali e di reale confronto politico. Quando le decisioni si prendono in posti diversi da quelli dove siedono i rapprresentanti del popolo, io mi preoccupo sempre.
Riguardo alle elzioni regionali, io ho cercato di cambiare le cose, trasformando il rapporto che finora ha legato Pianella con la politica regionale, dal mero legame personale a quello territoriale.
Ho deciso di appoggiare Gianni Chiodi, che ieri sera ci e' venuto a salutare al ristorante Collevecchio, per una serie di ragioni che spieghero' in un post.
Mi sono state proposte candidature in 3 liste dverse, ma ho pensato che Pianella aveva bisogno urgente di un referente al governo della regione e non di un candidato di belle speranze.
Purtroppo, nessuno dei candidati locali arrivera' mai ad occupare un seggio all'Aquila, e tutti ne sono perfettamente consapevoli, ma quando si pensa che il proprio territorio sia un mezzo per acquisire visibilita', piuttosto che un fine per il quale lavorare, anche 10 voti fanno comodo...

Anonimo ha detto...

Oggi in tutta Italia si è celebrati il 4 Novembre, Giornata delle Forze Armate e giorno dell’Unità Nazionale, quest’anno è anche il 90° anniversario della fine della prima guerra mondiale. Il cerimoniale ha visto in tutt’Italia la partecipazione delle autorità presenti nel territorio senza distinzione di parte. Anche Pianella in mattinata ha commemorato il milite ignoto con una toccante manifestazione partecipata dall’Amministrazione comunale col sindaco, dai Carabinieri e Vigili Urbani, dalle scolaresche e dai cittadini, con la banda che accompagnava con l’Inno Nazionale. Avrei voluto la partecipazione anche sua, avv. Marinelli. Sono queste occasioni in cui chi intraprende la politica per rispetto di chi gli ha dato consenso, lascia un attimino gli impegni personali e partecipa se condivide naturalmente la celebrazione del Ricordo. Figlio di un caduto in guerra.

Sandro Marinelli ha detto...

Con vivo rammarico non ho potuto partecipare alla cerimonia di questa mattina. Il sentimento di gratudine verso i caduti delle guerre non solo lo condivido, ma lo sento vivo e presente.
In un momento di grande distacco dei cittadini dalle istituzioni il ricordo di chi,per amore di patria, ha dato la propria vita, rappresenta un monito troppo importante per essere accantonato.
Detto questo, l'impegno politico, al quale dedico gran parte del mio tempo, non puo' avere il sopravvento sull'impegno professionale preso nei confronti delle persone che mi affidano i loro diritti piu' importanti.
Io sono tra i pochi consiglieri finora sempre presente a TUTTI i consigli comunali e chi ha la volonta' di partecipare sa che non vado certo a scaldare la sedia.
A differenza di altri vivo del mio lavoro e ne vado fiero e questo ritengo sia una grossa garanzia di autonomia ed indipendenza per gli elettori.
Sono davvero dispiaciuto per non aver partecipato, ma ci tengo particolarmente a sottolineare che non e' stata una libera scelta,ma una assoluta impossibilita' per il concomitante ed importante impegno professionale.

Anonimo ha detto...

Ho fatto notare l’assenza dalla celebrazione per conoscere le sue idee riguardo alle celebrazioni di questa mattina e le sue parole di rammarico e di condivisione di gratitudine verso i nostri padri caduti, mi fanno piacere. Non la stavo affatto accusando di scaldare una sedia, anche perché sono a conoscenza dell’impegno che riversa nel fare opposizione. Avrei dovuto indirizzare la mia osservazione su Filippone che ricordo sempre presente quando era in maggioranza. Comunque se volesse accettarlo butto lì un suggerimento: visto che siete in cinque in opposizione e fate parte di un unico schieramento ( Rinasce Pianella), potreste a turno liberarvi dall’impegno di lavoro e portare il saluto o la presenza della minoranza nelle prossime occasioni. Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Un omaggio a Obama.

Un evento di tale portata forse merita un saluto pure qua dove ci si occupa di cose più locali, se non altro per la carica innovativa, di possibilità di rottura, di svolta epocale e di speranza di cambiamento che si porta appresso.

Non se ne abbiano a male i sostenitori di quell'indicibile Gasparri lì dalla dichiarazione improvvida facile.
Si dirà che il nostro è un mondo di Gelli, Mangani, Carfagne e Brambille e Eli Viti e Ronchi e Sacconi e ministri Trebuchi e Dell'Utri e Premier più vicini ai Putin che ai Barack.

Io credo fermamente che ogni paese ha i politici che si merita.

Eppure un'elezione simile scalda il cuore pure qua da noi, a migliaia di chilometri e di piduisti di distanza.

Una citazione doverosa:
"Obama è un candidato molto interessante perché è il primo nero afroamericano, ma non credo che gli Stati Uniti siano ancora pronti per un presidente nero" (Gianfranco Fini, presidente di An, 7 marzo 2008).

Anonimo ha detto...

blogranAl Qaeda in un video su internet auspicava il trionfo di Obama per umiliare i repubblicani. Chiedo ad Ideukinki: pensi che Al Qaeda sia più contento o no del risultato elettorale americano?. E comunque non credo possa gioire più di tanto, in America la lotta al terrorismo non dovrebbe cambierà.

Anonimo ha detto...

Chi legge con attenzione i fatti americani, non può non notare che la vittoria di Obama (così come la sconfitta di McCain), passa attraverso sostanziose (indecenti) iniezioni di dollaroni sonanti, di talk show televisivi, di marketing puro. Insomma è il modello al quale il nostro Presidente del Consiglio più si ispira e che genera uno scadimento della rappresentanza politica. Però, una differenza vera esiste tra noi e gli americani, loro in campagna elettorale lottano duramente, si scontrano violentemente, si diffamano ma alla fine dei giochi s’impongono il rispetto - fino in fondo - della volontà del popolo al quale loro stessi appartengono. Non a caso lo stesso McCain, pur sconfitto sonoramente, ha tenuto a precisare che Obama sarà anche il suo Presidente, invitando tutti alla collaborazione. Non amo particolarmente, anche se non conosco profondamente, la società americana e sono sicuro che anche loro avranno carfagne, viti, ecc. magari non avranno lux urie, carusi, ex br ma questo è chiaramente – solo per qualcuno - un semplice dettaglio. Esiste anche un’altra differenza tra noi e gli americani, da loro i 44 enni non fuggono la politica, da loro essere repubblicano piuttosto che democratico non assegna in automatico la patente di “illuminato, intelligente, altruista” o all’opposto “ottuso ignorante, deficiente, egoista”; da loro non si va in piazza perché semplicemente comandano gli “altri”; da loro le Istituzioni si rispettano a prescindere da chi le rappresenta in quel momento; da loro l’amore per la nazione, per il proprio paese, è un valore. Nonostante tutto, amo e rispetto il mio paese ed i suoi abitanti anche se capace solo di esprimere politicanti improponibili e se pieno zeppo di critici illuminati, saccenti classisti, orbi (politicamente). A questi ultimi uno stage americano farebbe bene perché, sono convinto, confermerebbe il loro agio culturale nell’alveo dell’illuminata, superiore, altruista, patria putiniana. E’ vero: ogni popolo ha il governo che merita. Il popolo siano noi e quindi un po’ di autocritica non guasterebbe, soprattutto se in “giovane età”.
Un saluto a tutti.
Mattley

Anonimo ha detto...

Fini non ne azzecca più una da quando si augura di poter diventare il leader del centro destra e poi presidente del consiglio in Italia, sicuramente l’America ha eletto un nero, non altrettanto sicura per Fini è la conquista della leadership del centro-destra e tantomeno che la politica nazionale sia pronta ad eleggere presidente un ex-fascista o uno ritenuto tale. Perché per me Fini non è un ex-fascista, ma uno che da giovane si è ritrovato a destra solo per contrapporsi alla sinistra, ed infatti oggi che la sinistra è sparita diventa un democristiano pronto alla scalata del potere. Un fascista rimane tale per sempre senza rinnegare e senza prendere le distanze dagli errori commessi nel passato. Specie il fascista di oggi, che come Fini è nato nel dopoguerra e cresciuto nel post-fascismo. Una volta riconosciuti gli errori o meglio gli orrori, e ce ne sono stati, del ventennio, cosa avvenuta in quel di Fiuggi, un politico di destra, anche se fascista, con molta naturalezza può assurgere a qualsiasi vetta. La legittimità politica l’hanno data gli elettori e non occorreva definire il fascismo “ male assoluto” o mettersi la scoppoletta in testa per ottenerla. Un saluto Romano.

Anonimo ha detto...

Invito Mattley a riflettere meglio sulla sua teoria secondo la quale il nostro Presidente del Consiglio si ispirerebbe “al modello americano” per attuare il suo disegno politico.

E riconsidererei pure quell’aggettivo “indecente” attribuito ad un sistema che ha, al contrario, procedure nette, consolidate e trasparenti, che valgono per tutti i competitors, che partono perciò con pari opportunità di guadagnarsi la benevolenza di chi vorrà contribuire economicamente e alla luce del sole alla campagna elettorale: dalle major corporate, alle lobbies palesi, ai cittadini comuni.
Lo si può trovare oneroso (ove si ritenesse economico e più dignitoso il tassare automaticamente, senza chiederglielo, l’elettore italiano con 5 euro pro capite). Ma non certo lesivo della democrazia delle regole e della rappresentatività popolare.

Senza andare tanto lontano, e questa volta per motivi un po’ più fondati, sarebbe auspicabile provare la famosa indignazione verso competizioni politiche quelle sì improponibili nelle democrazie occidentali autenticamente compiute:

Nella corsa elettorale americana (ma non se ne trova traccia in nessuna democrazia sul pianeta) non c’era un candidato che rispetto all’altro poteva contare sul controllo del sistema radio-televisvo del Paese, nessuno dei due governa giornali e case editrici, possiede banche e assicurazioni, ha tra i fondatori del suo partito due pregiudicati per gravi reati (Previti, Dell’Utri) o da dell’eroe a noti ergastolani, omicidi e mafiosi.

E se uno dei due avesse avuto un centesimo delle imputazioni, delle prescrizioni da legge ad personam, della condanna per falsa testimonianza, del passato da piduista a cui ci ha abituato il nostro Presidente del Consiglio, non staremmo qui a parlare di loro.

Ed è lecito dubitare pure sul fatto che, ove il governatore della Louisiana fosse accusato di reati tanto gravi come per esempio quelli addebitati a Del Turco (al di là del corso della giustizia e della presunzione d’innocenza), il Presidente Usa e il suo partito avrebbero prontamente organizzato truppe cammellate per premurose visite carcerarie volte a portare “solidarietà e conforto” al certamente “perseguitato politico” certamente “innocente”.

Per queste motivate ragioni, e per non rimanere vittime (+ o – inconsapevoli) della storiella della pagliuzza e della trave, credo in Italia si possa guardare con maggiore rispetto al meccanismo elettorale Usa.

Tornando alla nostra “classe dirigente” perciò, probabilmente non c’è bisogno di essere di sinistra per riconoscere l’ottusità traboccante dalle plurime, improvvide uscite di quel Gasparri lì. Lo si può fare pure da Destra. Basta tenere viva, senza mortificarla, la soglia basale del ridicolo.
Nessuna patente da rilasciare perciò, specie se questa viene conseguita automaticamente e honoris causa.

Io non avrei manco perso tempo a citare un tizio dalle ripetute gesta così poco rispettabili che è passato alla storia (storiella) per aver scritto, sotto dettatura e agli ordini del proprietario di Tv/Presidente del Consiglio, la famigerata legge liberticida sull’informazione che porta il suo nome. Il fatto è che, nel novembre 2008, questo tizio risulta essere il CAPOGRUPPO del 1° partito italiano al Senato della Repubblica al governo della 7a potenza mondiale e perciò le sue parole, anche se le ricordano molto da vicino (con meno giustificata simpatia), non hanno esattamente il peso di quelle di Guiducce Pazze.

E’ per questo motivo che anche l'altra pulsione illiberale di eliminare le preferenze alle prossime elezioni europee, sarebbe argomento tutt’altro che secondario di cui va colto il danno e che dovrebbe riguardare tutti gli schieramenti e ogni elettore che, da qualunque parte voti, si appassiona alla politica e la vede ancora come l’unico strumento per affrontare e risolvere i problemi di questo Paese.

La motivazione più volte sostenuta dal Premier sull’esigenza di non poter demandare certo alle decisioni dell’elettore (quando si dice la fiducia nella libertà) ma, in un rigurgito da Politburo (quando si dice l’anticomunismo) di dover assolutamente scegliere lui stesso “veri e propri specialisti” ai rami ed esclusivamente “per competenza e bagaglio” chi deve essere nominato/eletto, fa correre un brivido lungo la schiena.

Meriterebbe un nostro soprassalto davanti all’operato quotidiano da guastatori degli incredibili Sacconi e Matteoli con il caso Alitalia, all’inadeguatezza di La Russa e delle sue ridicole apologie repubblichine davanti al Capo dello Stato e al Paese che celebra la sua Costituzione antifascista, al curriculum e all’azione politica della Carfagna annunciata da lei stessa come “volta a combattere chi usa il suo corpo per ottenerne vantaggio”, al continuo lavorìo maldestro e conflittuale di Elio Vito al contrario demandato a curare i Rapporti col Parlamento.

Per non andare fuori dal seminato tralasciamo qui il lungo elenco delle nomine verticistiche per esclusivi meriti da casellario giudiziario tra le fila di sottosegretariati rilevanti (sentito mai parlare di Nicola Cosentino?), visto che il tema della discussione è “la competenza” al Governo e non la “criminalità organizzata” al Governo.

Tornando invece alle ambasce dell’enfant prodige di Alleanza Nazionale sui probabili disastri del prossimo Barack la realtà dei fatti, che viceversa non gli suscita alcuna esigenza di esternazione, ci dice effettivamente che:

“ Bush ha cambiato l’America e il mondo, ha trasformato profondamente le nostre vite.
Ci lascia con tre guerre: quella in Iraq, quella in Afghanistan e quella infinita contro il terrorismo.
Ci lascia Guantanamo e la tortura. E un’economia sull’orlo dell’abisso ”.

Perciò, per personale tendenza a voler trovare del buono dove pare non essercene, preferisco rispondere alla domanda dell’anonimo (che peraltro si era risposto da solo) con parole non mie e a riprova che le traballanti boutades del capogruppo del Pdl le si può cassare indipendentemente dagli schieramenti:

« La strategia in Afghanistan sarà rafforzata con la presidenza Obama e Al Qaida piangerà lacrime amare». Franco Frattini - Ministro degli Esteri, 5 novembre 2008

«Si tratta di una vittoria molto netta che dà forza al nuovo presidente. Credo che i rapporti sulla sicurezza tra i sistemi italiani ed americani non potranno che uscire rafforzati». Roberto Maroni - Ministro dell'Interno, 5 novembre 2008.

P.S. dare dell’abbronzato a Obama come ha fatto oggi il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana è risaputo essere una forma di razzismo strisciante verso le persone di colore deprecabile per tutti, figuriamoci per chi ricopre rilevanti cariche istituzionali. Celebre quel “signora abbronzata” ad opera di Calderoli in diretta televisiva per offendere Rula Jebreal. Come già per l’improvvido “quella araba una civiltà inferiore” o per le corna in mondovisione al vertice del G8 (e per tante altre nefandezze), certo reiterato stile incarnato dal nostro premier continua a non trovare eguali tra chi assume, nel mondo, responsabilità di governo.

Anche stavolta, dunque, le cazzate di Gasparri sono al riparo da isolamenti all’interno della sua maggioranza.
Probabilmente un’altra bella soddisfazione per chi, nel 2008, saluta “romanamente” e si rammarica perché Fini non è più, o non è mai stato, “un vero fascista”.

Anonimo ha detto...

Alcune delle considerazioni di Ideuskinki potrebbero essere condivise o se non altro discusse se a farle fosse una persona disposta all’obbiettività delle cose. Condivido le osservazioni sul Berlusconi in politica: che controlla tv e giornali, che ha avuto per amici Previti e Dell’Utri, che propone e si fa approvare leggi ad-personam ecc… e sarei disposto a discutere: sulla democrazia americana con al raccolta di fondi per la campagna elettorale ( ci si chiede anche in America come Obama abbia ottenuto finanziamenti così alti ), sulle presunte amicizie di un terrorista (tal Bill Ayers ) che Obama ha avuto e sul ricorso alla tv da parte di Obama per uno spot elettorale della durata di mezz’ora ( è vero che Berlusconi non li paga ). Ma quando Ideuskinki mi va a condividere la strumentalizzazione che la sinistra puntualmente fa di ogni frase presa al di fuori di un contesto più completo, debbo con Berlusconi dire che trattasi di imbecillità e chiedo scusa. Come si fa a parlare di razzismo strisciante nei confronti di Obama, quando lo stesso Berlusconi sta spingendo il presidente russo Medvedev alla collaborazione col "giovane e bello" Obama che è stato accolto favorevolmente dalla opinione pubblica mondiale. Ogni qual volta mi sforzo al dialogo con i sinistri sono costretto a ripiegare per la faziosità che sempre torna fuori in queste persone. A proposito perché, Ideuskinki, non hai risposto alla domanda dell’anonimo che ti chiedeva se Al Queda fosse più contento della vittoria del democratico Obama o del repubblicano McCain. Romano saluta.

Anonimo ha detto...

Sappiamo tutti e tutte come è la politica a Pianella, basta vedere i volti delle persone quando incontrano gli amministratori locali, si guardano intorno per vedere se hanno accanto delle persone dela corrente opposta per paura,così ha ridotto la gente il nostro Amministratore Sir Giorgio, ad una nullità. Basta recarsi a Cerratina o Castellana per vedere questi volti,impauriti nel salutare o parlare con qualcuno e girarsi velocemente per vedere se arriva qualcuno, questa è la gente.
Se si parla singolarmente con ognuno di essi, bhè 9 su dieci sn contro l'attuale amministrazione, ma se sn in gruppo tutti tifano per lui..il SIR......
Perchè?..Come mai?..Come mai non si ha il coraggio di parlare?..L'orgoglio dove è finito?..Ma tutta questa gente pensano che i loro figi sono meno intellgenti del Sir?..NO..non lo sono..ma hanno paura..
Quando si siedono a tavola..oppure dialogano con i figli che non hanno lavoro cosa dicono?..Parlerò con il Sir?..No..non è possibile.perchè non fai parte del suo circolo chiuso..Perchè non vi chiedete che mestiere ha mai fatto questa persona..sapete com'è la risposta?..IL POLITICO...avete mai sentito parlare di qst mestiere?..bhè è un mestiere che siamo noi a darglielo..e qnd tra alcuni anni..saremo tt in pensione e vedremo anche qst gente..chiedete a loro...scusi ma che pensione prende lei?...PENSIONE di POLITICO..basta con la politica come mestiere...dopo dieci anni che tornassero tutti a lavorare come in tutti i paesi europei..
Diciamo BASTA al politico a tempo "indeterminato"..
Abbiamo il coraggio di CAMBIARE.....per i nostri figli...

Anonimo ha detto...

Vedo che dopo l’elezione di Obama e la sconfitta di McCane nessuno posta qualche intervento. Marinelli non è ora di dare un nuovo “tema” ai tanti scrittori del blog?
Se posso permettermi, perché non si parla delle prossime ed imminenti elezioni regionali?
Ormai è certo che Mauro Fini per l’Italia dei Valori e Domenico Di Battista per L’Unione di Centro sono gli unici candidati pianellesi alle elezioni regionali.
Come si muoverà Rinnoviamo/FI? Appoggerà comunque Di Battista nonostante sia uscito dall’orbita del cognato dottore, o si schiererà dalla parte di qualche politico del Pdl come ad esempio Pagano o “l’anima candida” più volte nominata in questo blog Teodoro?
Il gruppo del Pd e D’Ambrosio, appoggiando il sicuro perdente De Vico, sono alla finestra per vedere che succede all’Udc e quanti voti Aramini riesce a raccogliere per Licio Di Biase per poi eventualmente accoglierlo in maggioranza dopo il sicuro passaggio in blocco al partito di Casini?
AN che farà? Da come si sente è il partito più spaccato che c’è a Pianella. Colliva e company dovrebbero appoggiare l’onnipresente Castiglione, mentre una nuova associazione politico-culturale di destra con a capo Remo di Leonardo e Stefano Battistelli riconducibile al dott. Vincenzo Pace (prossimo candidato sindaco per il dopo D’Ambrosio) dovrebbe appoggiare Lorenzo Sospiri. Non potrebbero formare un unico gruppo?
Filippone, dopo ciò che è stato scritto sul periodico Loretese “Lacerba”, dove si mette in dubbio l’unità dell’opposizione Rinasce Pianella, è vero che si dedicherà all’Italia dei Valori magari appoggiando il dott. Mauro Fini (seguito da Lorenzo Ferrante deluso per non aver ottenuto la “pagnotta” da D’Ambrosio) e creerà nuovi presupposti per una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni provinciali?
Caro Marinelli e cari scrittori, credo di aver dato ampio campo per sicuri dibattiti.
AL

Anonimo ha detto...

Già.
Registriamo che per alcuni compaesani la politica è come sgomitare per imbucarsi al Grande Fratello.
Non so fare nulla di utile a livello sociale, non ho mai lavorato per il mio territorio e non mi sono mai battuto per i diritti dei miei concittadini ma sai, voglio tentare il colpo (di nuovo!) direttamente alle elezioni. Magari un botta di culo o, mal che vada, un pò di notorietà arriva.

Qua non siamo manco alla politica come autoreferenzialità. No, qua l’autoreferenzialità comincia addirittura a partire dalla candidatura.

Ho ascoltato il “disco vendita” che dovrebbere reggere e motivare questo tipo di discesa in campo, raccontatomi da un onesto concittadino a cui evidententemente il tizio pensava di poter smaccatamente propinare qualunque ragionamento senza suscitargli il ribollimento delle viscere che invece gli ha scatenato. Mi scuserete se se si tratta di un racconto solo indiretto. Ma non è escluso che, di qui a qualche giorno, sia io che voi ci si possa imbattere in incontri del genere.

Sollecitato al voto con una certa insistenza, il paesano gli ha replicato: “ma tu cosa c’entri tutto d’un botto con questo partito, non mi sei mai sembrato di quella parrocchia lì e poi a me Tonino manco mi piace. E tra l’altro non s’è mai capito com’eri, negli anni, se di Rifondazione prima o addirittura di Forza Italia poi …”.
Risposta: “Ma quanto sei fesso. Di che ti preoccupi. Tanto tu il pianellese devi votare”.

Probabilmente in questo casi è legittimo chiedersi se il solo fatto di essere pianellese, al di là del personale percorso politico e umano, delle proprie qualità, della capacità di farsi carico delle istanze della propria comunità, possa essere ascrivibile ad un merito, e se questo singolare e presunto merito debba essere persino bastevole per ritenere praticamente scontato, se non obbligatorio, l’incondizionato apprezzamento dello sventurato elettore pianellese.

Al contrario, resistendo alla ripugnanaza che può suscitare un simile approccio e mantenedo un comportamento civile, di fronte a questi ragionamenti la prima domanda da porre forse sarebbe ” ma tu quanti voti pensi di prendere fuori dal tuo paesello e soprattutto su quali basi di potenziale consenso visto che si tratta di una competizione a livello regionale e che ragionevolmente si dovrebbe chiedere il nostro voto non per buttarlo al vento ma, più seriamente, per affidarlo a progetti solidi e a gambe che andranno lontano?!”

Io voglio votare solo chi rispetta gli elettori. Chi non li tratta da scemi. E chi rispetta anche questa tanto vituperata politica e un minimo di percorso di coerenza che per alcuni di noi ancora conta.

E credo Veltroni si sbagli quando dice che il Paese è migliore dei suoi politici. Lo ripeto: credo noi ci si ritrovi nient’altro che i politici che ci meritiamo. E’ sempre stato tutto nelle nostre mani. I “venditori” di fumo sono sempre tanti e i segnali dicono ce ne saranno in abbondanza pure alle prossime regionali.

Stavolta diamo un po’ di responsabilità pure ai “compratori”. Certo le fregature si possono pure prendere ma i più hanno tutti gli indizi per “comprare” con un po’ di giudizio. Solitamente, nella mela, il verme è ben annidato. Non ci si lamenti inutilmente quando abbiamo testardamente scelto la mela col verme così palesemente in vista. E magari solo perché era nostrana.

Anonimo ha detto...

L'intervento di Ideuskinki è piaciuto anche a me.Sottoscritto, Benny.

Anonimo ha detto...

...uhmmm: dove avrò sbagliato?!

Lorenzo ha detto...

Ho appena letto un articolo su Abruzzo Liberale in cui viene riportata la notizia dell'espulsione dal Pd di Marco D’Amico, Americo Ferrara, Luigi Ferretti e Gianni Filippone. L'espulsione è stata deliberata dal comitato comunale del Pd Pianellese.

Come vedete D'Ambrosio non è molto schizzinoso sulla provenienza dei voti, visto che accetta i voti di esponenti di area An (vedi Pace), ma non accetta che iscritti al suo partito lo contrastino.

Da militante del Pdl esprimo la mia totale solidarietà a queste persone.
Saluti, Lorenzo

P.S.: il link all'articolo è
http://www.abruzzoliberale.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4574&Itemid=1

Anonimo ha detto...

L'espulsione dei candidati della lista " Rinasce Pianella"..è stato dovuto soprattutto al loro apppoggio a quella lista..ma soprattutto perchè hanno avuto il coraggio di dire NO alla politica clientelare e di servilismo che serpeggia in casa D'Ambrosio..la politica di quest'ultimo è: o con me o contro di me..
Mi auguro e ci auguriamo che molti altri seguono l'esempio di queste persone e trovino il coraggio e l'orgoglio di dire "BASTA"..al potere arrogante che da anni domina Pianella